April 03, 2009

Bray, Greystone, Braveheart

Eccomi qua, dopo giorni che non aggiorno il blog.
lo faccio stamattina rimasto a casa da scuola.. I have a hangover come direbbero gli irlandesi.. (a proposito grazie a Chiara per la cena sarda, a Marilena per la guida alla Schumacher per le vie di Dublin, ad Alberto per il vino cileno..)

in realtà in questi giorni non ho parlato di Bray per non rovinare la sorpresa al buon Marchino che viene a trovarmi nel WE..
poi ho pensato che lo stronzo non legge mai i miei scritti e quindi, via alle foto..

La nostra passeggiata domenicale è iniziata da Bray (http://it.wikipedia.org/wiki/Bray_(Irlanda) qualche info per gli ignoranti.. )
già il pezzo di Dart a strapiombo sul mare vale i 4 euro di biglietto..
la cittadina è carina, sul mare, simile ad una Howth, con un bel lungomare sfruttato da molti Dubliners per smaltire le fatiche alcoliche di venerdì e sabato..
se non fosse per il sole che ci bacia senza riserve, il lungomare è come mi sono sempre immaginato Asbury Park: una specie di paesino da film in cui tutto sembra scorrere molto lentamente e molti si godono il niente che offre il lungomare..





se devo dire la verità mi era venuta voglia di fare un bagno..
ma la nostra missione era un'altra: Greystone!
ovviamente attraversando le montagne..
prima di partire per questa gita abbiamo consultato vari siti internet per capire come poter affrontare la passeggiata.. tutti riportavano la presenza di un sentiero "asfaltato" che seguiva in pratica il percorso della Dart fino a Greystone, e con una possibile deviazione per scalare una montagna arrivando ad una croce piantata lì non mi ricordo neanche quanti anni fa..
io da bravo tourleader penso che della croce alla fine non me ne frega un cazzo, tutti verso il sentiero..
dopo i primi 15 minuti sotto il sole arriviamo davanti ad un cartello: "Attenzione strada chiusa per frana".. ma va là, saranno le solite seghe di sti irlandesi..
in realtà la frana c'era davvero.. il sentiero era chiuso
con le pive nel sacco (e dopo aver fatto spuntino..) iniziamo a scalare la montagna..
bah che cazzata, ci sono anche i gradini..
e tutta la compagnia a dire che gli interventi dell'uomo sulla natura sono una cosa vergognosa
che la natura va preservata tale quale è
che se voliamo fare dei gradini ci sono le scale dei condomini
che...
che non facciamo in tempo a lamentarci che PUF.. gradini scomparsi..
ok ci siamo, siamo un'altra volta Into the Wild.. nella testa mi passa un secondo il ritornello di Society..
niente più sentieri, niente più scale, solo sentieri di montagna rocce fiori gialli sudore e bestemmie.
arriviamo dalla croce.. vi dirò, di per sè non ha senso ma da quel punto la visuale di Bray è magnifica..
eravamo io, i miei 5 compagni di avventura, il vento, il mare, il sole... è uno stuolo di famiglie con merdosissimi bambini che urlavano.
basta, odio chi rovina questa atmosfera..
riprendiamo il cammino.. la truppa vorrebbe ritornare verso Bray, ma 3 impavidi guerrieri spingono la comitiva verso Greystone..
in realtà non sapevamo esattamente dove andare
ma io vedevo colline, del verde e del mare.. tutto il resto non mi importava.. sono le terre pestate da William Wallace (n.d.r. han girato in queste terre scene del film Braveheart), che cazzo me ne frega se mi perdo..
e così siamo partiti all'avventura, scalato colline, scesi tra rocce più o meno scivolose, patito il vento, goduto del sole..
insomma una bellissima passeggiata...e per non diventare logorroico, vi lascio alle foto..
















dopo 3 ore di camminata, 7 km alle spalle, optiamo per sosta rigenerante in un pub di Greystone
un panino con bacon insalata e pomodoro, e una pinta di Guinness sono stati la ciliegina sulla torta di questa bella giornata.


il solito attacco musicale finale.. questa volta decisamente datato..
Enjoy it!

3 comments:

  1. Ciao Crazy Stranger, sono rimasto affascinato dal tuo racconto dalla location sia dal tuo racconto che dalle foto veramente belle, danno il senso della grandezza della natura; come negli spazi "selvaggi" di natura non contaminata dalla mano Killer dell'uomo, ci si senta liberi, piccoli e grandi nello stesso tempo, perchè parte dell'universo che si ha davanti.Capisco le tue emozioni a me e successo lo stesso nella Death Valley,ti ringrazio per le senzazioni che mi hai fatto rivivere. Che dire ancora delle Foto " 10 con lode", Come dici tu dalla regia, mi dicono che sono rimasti stregati dalla foto black birds in the sky...:" ma Feddy me la farà scaricare? è è bellissima....". Have a Nice WE, God save you & us & yours friends, e i lettori del blog.

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  2. Lo so lo so, dopo scrittore potrei darmi alla fotografia..
    La foto ovviamente ha i colori leggermente modificati, ma l'ho solo resa più scura.. anche perchè non so fare a modificare le foto.
    da quando ho letto "Jonathan Livingston Seagull" (tanto per fare gli sboroni ve l'ho scritto con il titolo originale..), il gabbiano che vola mi dà l'idea di libertà.
    di solito la libertà la associ con la solitudine.. o meglio c'è una linea sottile che separa libertà assoluta e solitudine..
    questi due gabbiani mi hanno colpito.. volavano insieme, e sembravano contenti e coscienti di farlo. proprio come il famoso Livingston facevano "acrobazie" ma le facevano insieme.. e sembravano liberi e felici anche se andavano incontro a dei nuvoloni che non presagivano niente di buono..
    ok, devo bere di meno???

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  3. IL gabbiano Jonathan Livingston l'ho letto anch'io, ed è uno dei più bei libri che abbia mai letto. La foto ha colpito molto anche me e l'ho scaricata senza chiedere l'autorizzazione, per usarla come sfondo del desktop.
    Condivido e mi piace molto il tuo spunto di interpretazione della foto. La libertà non significa sempre solitudine, anzi: "Libertà è partecipazione".

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